Licata

"Sesso con disabili psichici ospiti della comunità", collega difende imputata in aula

L'accusa è quella di avere avuto rapporti con minori di 16 anni, l'operatore: "Non mi sono mai accorto di nulla"

Foto archivio

"Non mi sono mai accorto di atteggiamenti strani o sospetti, al lavoro si comportava in maniera normale e nessuno mi disse che c'erano stati problemi". Raffaele Leonardi, collega della ventinovenne Veronica Cusumano, operatrice delle cooperative “Libero Gabbiano” e “Arcobaleno” di Licata, accusata di violenza sessuale ai danni degli ospiti della struttura, difende l'imputata sostenendo di non avere mai assistito a scene sospette nè di avere sentito situazioni anomale.

Nel processo, in dirittura di arrivo davanti ai giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, è imputato anche Mirko Giugno, 29 anni, altro operatore della comunità per disabili psichici. L'ipotesi della Procura è che i due imputati abbiano fatto sesso, in diverse circostanze, con gli ospiti della struttura, minori di sedici anni. La legge, infatti, equipara questi rapporti, anche se consenzienti, alla violenza sessuale.

I fatti contestati risalgono al periodo compreso fra il settembre del 2014 e il giugno dell'anno successivo. Il processo, per varie lungaggini, compreso il trasferimento dalla prima alla seconda sezione per questioni organizzative, si è prolungato e resta da sentire un solo testimone della lista della difesa.

Questa mattina è stato ascoltato un operatore della struttura, citato dal difensore di Veronica Cusumano, l'avvocato Salvatore Manganello (Giugno, invece, è assistito dall'avvocato Santo Lucia) che ha raccontato di non essersi accorto di alcun atteggiamento strano da parte della collega nè di avere raccolto denunce e segnalazioni da parte degli ospiti della struttura. Le violenze sarebbero avvenute di notte mentre gli altri ospiti dormivano. 


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