Canicatti

Giovane ucciso davanti al pub, la difesa: "Tragica fatalità"

L'avvocato Angela Porcello chiede la derubricazione del reato in "omicidio preterintenzionale" per il trentaquattrenne Daniele Lodato

Da sinistra Marco Vinci e Daniele Lodato

“Non voleva ucciderlo, è stato un incidente. Lo ha colpito per ferirlo al culmine di un litigio”: dopo la requisitoria del pubblico ministero Alessandra Russo, che ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione per Daniele Lodato, 34 anni, di Canicattì, imputato dell'omicidio del ventiduenne Marco Vinci, ucciso a coltellate il 17 giugno dell’anno scorso davanti a un pub di piazza San Domenico, è stata la volta dell’arringa della difesa.

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L’avvocato Angela Porcello ha chiesto la derubricazione del reato in omicidio preterintenzionale sostenendo che “Lodato non aveva alcuna intenzione di uccidere Vinci”. Il delitto è avvenuto al culmine di un litigio scaturito dal fatto che Lodato avrebbe importunato un’amica di Vinci. “C’è stata una colluttazione e lo ha colpito col coltello ma senza alcuna intenzione di ucciderlo”.

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Questa la tesi dell’avvocato Porcello che, in subordine, ha chiesto al giudice Alfonso Malato di escludere le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi che, invece, il pm aveva contestato aggiungendo che si è trattato di un omicidio “commesso per dare una lezione e lavare il proprio onore dopo avere avuto la peggio in una colluttazione”. La sentenza sarà emessa il 18 giugno dopo le eventuali repliche delle parti. 


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