Il Mpa agrigentino si schiera a difesa di De Francisci
Intervento del deputato all'Ars Roberto Di Mauro e dei consiglieri comunali Pietro Marchetta e...
. Inizia così il comunicato stampa firmato dal deputato all'Ars Roberto Di Mauro e dai consiglieri comunali Pietro Marchetta e Roberto Vella, che intervengono a difesa dell'operato del consigliere De Francisci, tirato in ballo nei giorni scorsi sulla vicenda di presunti sperperi all'interno delle amministrazioni comunali.
"Pur non abbisognando alcun documento di scuse, ma al fine di non dare l’impressione alla città che chi democraticamente eletto stia quasi a bivaccare negli uffici comunali sinteticamente - prosegue la nota - si espone l’attività svolta dal consigliere De Francisci che, nei quattro anni e mezzo di attività consiliare, ha presentato oltre ottanta atti ispettivi che hanno riguardato tutti i settori di competenza comunale. L’attività del consigliere non è stata solo ispettiva ma anche propositiva in materia regolamentare, difatti risulta essere l’estensore del nuovo regolamento sul funzionamento del Consiglio comunale che non veniva rivisto dal 1993; estensore della Proposta di regolamento sul funzionamento del servizio di Segretariato sociale; cofirmatario del Regolamento sulle missioni istituzionali degli amministratori; Cofirmatario della proposta di Regolamento sull’alienazione dei beni immobili del Comune di Agrigento per lo snellimento dell’iter burocratico. Sui temi dei costi della politica - aggiungono i firmatari della nota - il Mpa auspica sempre il rispetto della Legge. In ogni caso, sin d’ora il movimento propone, nell’ottica di un avvicinamento della gente agli amministratori locali, e facendo leva sulla propria capacità di fare proposte serie e concrete, una modifica del Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale, che sulla scia della positiva esperienza di Porto Empedocle, preveda un gettone di deliberazione e non di presenza. Sostanzialmente il gettone di presenza sarà corrisposto (sia per il Consiglio che per le Commissioni) esclusivamente ai consiglieri che parteciperanno, restando presenti, ad un numero minimo di proposte previste all’Ordine del giorno (in ogni caso mai meno della metà). Si eviterà così il malcostume di chi risponde 'presente' all’appello, salvo poi risultare 'assente' al momento della deliberazione, promuovendo di fatto rinvii onerosi a carico dei cittadini".