Cronaca

Assenteismo al Comune, scatta l'operazione "Vertigini": eseguite 12 ordinanze cautelari

Uno dei dipendenti era solito strisciare il badge in piena notte senza che alcun dirigente verificasse le reali esigenze di servizio. I reati contestati vanno dalla truffa aggravata e continuata in danno dell’ente pubblico alla falsità in certificati medici

Un momento della conferenza stampa

Arresti domiciliari per un medico ed obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altri 11 indagati. E' stata l'operazione "Vertigini" - sull'assenteismo al Comune di Villafranca Sicula - quella realizzata, stamattina, dai carabinieri della compagnia di Sciacca. Complessivamente 12 le ordinanze di misura cautelare personale emesse dal Gip del tribunale di Sciacca su richiesta della Procura. Dieci misure sono state firmate per altrettanti impiegati pubblici del Comune di Villafranca Sicula e due per un medico di base e per la sua segretaria.

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Le ordinanze sono state emesse dopo l’attività investigativa svolta dai militari dell’Arma e coordinata dalla Procura di Sciacca, in tema di contrasto al fenomeno del cosiddetto “assenteismo”. I reati contestati vanno dalla truffa aggravata e continuata in danno dell’ente pubblico alla falsità in certificati medici.

Tra i tanti dipendenti comunali coinvolti nell’inchiesta, spiccano anche alcuni impiegati con funzioni di responsabilità che hanno agevolato il personale assenteista strisciandone il badge per attestare la presenza. La complessa e articolata attività d’indagine è stata eseguita con servizi di osservazione e pedinamento, ma anche con sistemi di videoripresa ed intercettazione di comunicazioni ed ha evidenziato - hanno ricostruito, durante una conferenza stampa, gli stessi carabinieri - continue condotte illecite realizzate da buona parte del personale dipendente, che era solito allontanarsi dal luogo di lavoro per svolgere attività personali.

Il Comune di Villafranca Sicula, con circa 1.300 residenti, ha 71 impiegati in servizio. "Le condotte di alcuni si concretizzavano - è stato ricostruito dai carabinieri - sostanzialmente nelle timbrature multiple dei badge personali e nelle attestazioni di servizi notturni mai eseguiti. Un dipendente era solito strisciare il badge in piena notte senza che alcun dirigente verificasse le reali esigenze di servizio. E' stato inoltre accertato come il custode di una antica villa di interesse storico-monumentale: “Villa Musso”, pur risultando presente in servizio, in realtà non svolgeva - continua la ricostruzione ufficiale dei carabinieri - il proprio lavoro tenendo chiusa la struttura e quindi non fruibile al pubblico.

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Emblematico, poi, il caso di una dirigente di settore che, sistematicamente, in determinati giorni della settimana, disponeva che il proprio coniuge, dipendente di altro settore, venisse impiegato in qualità di autista personale al fine di potersi allontanare con lo stesso dall’ufficio recandosi nei comuni limitrofi di Ribera e Sciacca per fare shopping o commissioni di natura privata".

L’indagine si è concentrata anche, inevitabilmente, sul massiccio aumento delle certificazioni di malattia presentate dai dipendenti dell’ente con l’approssimarsi dell’autunno, soprattutto in corrispondenza del periodo solitamente dedicato alla raccolta delle olive.

"Tale attività investigativa, protrattasi per alcuni mesi, ha consentito ai militari della stazione di Burgio, mediante l’acquisizione documentale eseguita presso l'Inps - scrivono i carabinieri - di accertare che, nell’arco di un anno, i dipendenti comunali di Villafranca Sicula avevano inoltrato più di 800 certificati medici, quasi tutti rilasciati dallo stesso medico di base". Tale anomala quantità di certificazioni ha, dunque, indotto gli inquirenti ad una più attenta valutazione della reale natura degli stati di malattia diagnosticati, spostando l’attenzione sulle attività dello studio medico.

"Si riscontrava, dunque, che quando i dipendenti comunali necessitavano di maggiore libertà d’azione si avvalevano della collaborazione del medico di base compiacente, che - concludono la ricostruzione i carabinieri del comando provinciale di Agrigento - certificava al telefono la malattia dei pazienti senza verificarne il reale stato di salute. In alcuni casi, soprattutto quelli in cui il paziente richiedeva con urgenza il rilascio del certificato medico, la redazione “su commissione” veniva eseguita direttamente dalla segretaria del professionista. Nel corso delle indagini è emerso inoltre che lo stesso medico, pur di far risparmiare ai propri assistiti le somme da versare per l’acquisto dei farmaci più costosi o per il pagamento delle visite specialistiche, proponeva, di sua iniziativa, l’intestazione delle relative ricette a soggetti terzi con il requisito dell’esenzione ticket, così da porre il costo dell’intera prestazione a carico del servizio sanitario nazionale".


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