Cronaca

E' annegato cercando di raggiungere il peschereccio che stava salvando i connazionali, due fermi

La Squadra Mobile ha bloccato un nigeriano e un egiziano: uno pilotava il gommone partito dalla Libia e dopo due giorni andato in avaria e l'altro si occupava della bussola e delle coordinate da seguire

La Squadra Mobile di Agrigento ha fermato, in esecuzione di un provvedimento della Procura, un nigeriano e un egiziano ritenuti responsabili di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. I due presunti scafisti avrebbero trasportato, uno pilotando e l'altro gestendo la bussola, 40 extracomunitari a bordo di un gommone proveniente dalle coste libiche. Gommone, salpato lo scorso 8 novembre, il cui motore dopo 2 giorni di navigazione è andato in avaria ed è rimasto in balia delle onde. Il gruppo di migranti è riuscito ad avvicinarsi ad un peschereccio e alcuni degli extracomunitari si sono tuffati in mare, aggrappandosi alle reti da pesca. L'equipaggio del peschereccio ha tratto in salvo tutti i migranti, ma a causa del buio e del mare in tempesta non hanno potuto rendersi conto che, uno dei profughi che si era gettato in acqua nel tentativo di raggiungere il peschereccio e mettersi in salvo, è annegato. 

Il provvedimento di fermo dei due presunti scafisti: Cleus Fada, nigeriano di 23 anni, e Ibrahim Muhammed Ridha, egiziano di 35 anni, è stato firmato dal procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio e dal sostituto Cecilia Bavarelli.

Il video. Morì nel tentativo di salvarsi, arrestati due presunti scafisti

E' attraverso i racconti dei migranti sopravvissuti e sbarcati a Lampedusa che i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento sono riusciti a ricostruire cosa era effettivamente accaduto sia durante la traversata partita dalla Libia che nei momenti concitati del salvataggio. "Non è facile riuscire ad estrapolare delle informazioni dalle dichiarazioni dei migranti. Si tratta di persone - ha spiegato il commissario capo Giovanni Franco della Squadra Mobile di Agrigento -  che partono dalle coste africane dopo minacce e dopo un vissuto complicato. Ecco perché rompere il velo di omertà è decisamente complicato. Abbiamo però acquisito delle dichiarazioni e intrecciandole fra di loro sono risultate essere corrispondenti. Siamo, dunque, riusciti a cristallizzare l'accaduto". Ed è anche grazie alle testimonianze dei migranti che i poliziotti della Mobile sono riusciti ad identificare chi pilotava il gommone e chi teneva la bussola e dunque indicava la rotta da seguire. I due presunti scafisti, dopo il provvedimento di fermo, sono stati portati al carcere "Di Lorenzo" di Agrigento.


Si parla di