Cronaca

L'Ipia "Enrico Fermi" chiuso, studenti e professori scendono in piazza

Sballottati in vari istituti della città, le classi dell'istituto sono costrette a fare lezione nel pomeriggio. Il loro istituto è stato fatto sgomberare

Armati di striscioni, megafoni e soprattutto di fiato in gola, gli studenti dell'Ipia Enrico Fermi di Agrigento, scendono di nuovo in piazza. Dopo i sit-in pacifici e l'ultima manifestazione nazionale, i ragazzi continuano a protestare, stavolta senza gli amici degli altri istituti agrigentini. Non si tratta di tagli alla scuola o delle scelte del ministro di turno da contestare: il loro istituto è stato fatto sgomberare, dichiarato inagibile a causa del cemento depotenziato, questione sulla quale sta indagando la Procura. Ecco perchè protestano.

 

Marciando fin sotto il palazzo dell Prefettura si uniscono in un corteo. Gridano "vergogna" e un "grazie" ironico all'amministrazione comunale, alla prefettura e alla politica "che ci chiede il voto e non fa nulla per noi". In prima fila, tra i sorrisi tipici delle "rivolte" studentesche, c'è Massimo, un ragazzo down, che protesta e urla insieme ai suoi compagni. "E' lui l'emblema della nostra scuola: un ragazzo disabile a cui viene negato il diritto di andare a scuola", urla un docente, alzando i toni della protesta.

Sballottati in vari istituti della città, le classi dell'Ipia (eccetto le prime che entrano in regolare orario) sono costrette a fare lezione nel pomeriggio. "La maggior parte dei nostri alunni vengono dai paesi limitrofi, per loro è un grande disagio questa situazione e lo è anche per noi insegnanti i quali usciamo di casa la mattina e torniamo la sera, spesso senza aver tempo di una pausa", dice Emilia Marino, docente di matematica, insieme ad altri professori tra gli striscioni e qualche goccia di pioggia.

(dbr)

 


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