Cronaca

I superstiti rompono il muro del silenzio: "Ferri roventi sulla pelle, bastonate, stupri ed omicidi"

Tre i nigeriani fermati in quanto indiziati di delitto. Ma l'inchiesta della Procura distrettuale antimafia non esclude sviluppi visto che ci sarebbero altri carcerieri coinvolti

Lo sbarco di uno dei presunti carcerieri sottoposto a fermo

Ferri roventi sulla pelle, bastonate sulle piante dei piedi, benzina gettata addosso e poi fuoco. E' un'odissea quella raccontata - all'hot spot di Lampedusa - da alcuni migranti superstiti. Sopravvissuti alla prigionia nell'ex base militare "Casa Bianca" di Sabratah, in Libia, ed al viaggio "della speranza" verso l'Eldorado Italia. 

Sono stati tanti i migranti ascoltati dalla polizia di Stato. Soltanto alcuni, però, sono riusciti a parlare, a raccontare i loro giorni sul patibolo, rompendo il muro del silenzio. E le loro testimonianze, ritenute attendibili, puntuali e concordanti hanno fatto scattare il fermo, in quanto indiziati di delitto, dei tre nigeriani che hanno dai 24 ai 42 anni. Altri extracomunitari, invece, forse hanno avuto paura ed hanno scelto la strada della non collaborazione. Carcerieri e vittime erano, del resto, tutti nello stesso luogo: l'hot spot della più grande delle isole Pelagie. 

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Cinque o sei, in particolar modo, hanno raccontato - ai poliziotti della Squadra Mobile - di violenze sessuali, omicidi, di una vera e propria prigionia a scopo di estorsione. Sono indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla tratta ed al traffico di esseri umani, sequestro di persona a scopo di estorsione, violenza sessuale, omicidio, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Reati tutti aggravati anche dall'aver agito per futili motivi e dall'aver adoperato sevizie con crudeltà, cagionando - quale conseguenza di un altro reato - la morte dei migranti. 

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Qualcuno dei sopravvissuti ha parlato di "almeno 5 migranti, tutti maschi, morti. Ragazzi picchiati fino alla morte". "Ricordo che uno di questi è morto subito poiché è stato sparato - ha raccontato uno dei migranti all'hotspot di Lampedusa - , mentre altri quattro sono stati picchiati brutalmente con il calcio dei fucili che li ha ridotti in fin di vita e morivano dopo due o tre giorni per le ferite riportate". 

I tre nigeriani: Godwin Nndum, di 42 anni, Bright Oghiator di 28 anni e Goodness Uzor di 24 anni - sbarcati sulla più grande delle isole Pelagie lo scorso 16 aprile - sono stati già trasferiti alla casa circondariale di contrada Petrusa. A Porto Empedocle sono arrivati ieri sera con il traghetto di linea da Lampedusa. Adesso, naturalmente, si attende la convalida dei fermi che verosimilmente si terrà domani. 

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L'inchiesta, che non esclude sviluppi visto che ci sarebbero altri carcerieri coinvolti, è stata coordinata dai Pm Calogero Ferrara, Claudio Camilleri, Renza Cescon e Gaspare Spedale. 


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