Cronaca

Il tribunale di sorveglianza "stoppa" Arnone, vietati facebook e posta elettronica

Contestate alcune violazioni delle prescrizioni imposte dopo l'affidamento in prova: "Niente, manifesti, opuscoli o volantini neppure per interposta persona"

Giuseppe Arnone

Stop "anche per interposta persona" all'uso di  facebook "o altri social network" e alla posta elettronica "se non esclusivamente nell'esercizio della professione". E poi ancora niente volantini, opuscoli, riviste, partecipazioni a trasmissioni televisive e diffusione in tutto o in parte di stralci delle proprie denunzie querele.

Il tribunale di Sorveglianza di Agrigento "stoppa" di fatto ogni attività pubblica dell'avvocato Giuseppe Arnone che, da alcune settimane, è stato affidato in prova ai servizi sociali in alternativa alla detenzione in carcere per via di una condanna a sedici mesi di reclusione per calunnia che scaturisce da una querela che presentò all'indirizzo di alcuni esponenti del Partito democratico che gli avevano negato la tessera.

Il collegio presieduto da Giancarlo Trizzino, nei giorni scorsi, ha esaminato nuovamente la sua posizione dopo che sono giunti una serie di esposti secondo cui Arnone aveva violato le prescrizioni dell'affidamento in prova. All'avvocato e uomo politico agrigentino, che dovrà svolgere "un percorso riparatorio di volontariato" alla confraternita "Misericordia" e che dovrà rispettare l'obbligo di dimora ad Agrigento e quello di uscire da casa negli orari serali, in un primo momento era stato imposto solo di evitare interventi pubblici, a mezzo social o attraverso altre forme di comunicazione "palesemente offensivi di soggetti pubblici e privati".

L'avvocato ex ambientalista, però, secondo i giudici, sarebbe andato sopra le righe sia prima della notifica della precedente ordinanza - di cui comunque sottolineano i giudici "ne aveva piena conoscenza" anche se non era tenuto ancora a rispettare - che in seguito.

In pochi giorni ha rimediato le querele di tre magistrati destinatari di volantini e manifesti "dal contenuto palesemente offensivo e astrattamente diffamatorio e calunnioso" che, comunque, Arnone rivendica come attività di denuncia politica contro il malaffare. Un'altra querela è stata presentata dalla moglie del ministro degli Esteri, Angelino Alfano, destinataria di un suo attacco pubblico. Quasi tutte le sue ultime uscite pubbliche sono arrivate prima della notifica del provvedimento ma su facebook, nei giorni successivi, sono stati rilanciati dei post che le rievocavano ed è stato diffuso pure un video su youtube. 

Il tribunale di Sorveglianza, comunque, per il momento conferma il beneficio ma inasprisce in maniera significativa le prescrizioni. Da ora in avanti non dovrà limitarsi a non offendere ma non potrà scrivere "neppure per interposta persona" alcun post su facebook o altrove nè potrà inviare email "se non per ragioni professionali". Ne consegue che non potrà in nessun modo scrivere libri e partecipare a manifestazioni pubbliche e comizi.

Arnone è stato, infine, diffidato a rispettare le prescrizioni con l'ammonimento che, in caso contrario, il beneficio sarà revocato. 


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