Cronaca

Vicepremier libico ad Agrigento: "Isis quasi sconfitto, chi è rimasto cerca di fuggire"

Il rappresentante del governo di riconciliazione nazionale insieme al ministro degli Esteri, Angelino Alfano, al primo forum economico tra i due paesi del Mediterraneo

Un momento dell'incontro

"Daesh è quasi sconfitto. Ciò che ne è rimasto si nasconde e cerca di fuggire". Sono parole di Ahmed Omar Maitig, vicepremier del Consiglio di presidenza del Governo di riconciliazione nazionale libico al Primo Forum economico italo-libico che si svolge ad Agrigento.

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All'incontro partecipa il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, esponenti del governo e delle Camere di commercio della Libia, di Confindustria e i rappresentanti delle più importanti realtà economiche italiane: da Eni, a Terna, alla Sace, ad Ansaldo Energia, Anas, Bonatti, Italfer e Unicredit.

"Abbiamo affrontato un periodo difficile nel nostro Paese - ha aggiunto il vicepremier - la Libia ora vuole stabilità". Maitig ha annunciato il sostegno alle imprese italiane che anche nel passato hanno lavorato in Libia e ha affermato la necessità di una cooperazione anche politica tra i due Stati. 

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Il discorso introduttivo del ministro degli Esteri, Alfano, invece, punta sull'unità tra le due sponde del Mediterraneo, "in linea d'aria tra Roma e Tripoli", ha detto. "Sappiamo bene che la situazione di sicurezza in Libia è precaria - ha aggiunto il ministro agrigentino - . I rischi ci sono e non possiamo ignorarli. Però nelle more del consolidamento della stabilizzazione e della sicurezza, vi sono alcune opportunità che possono essere già colte o che potranno maturare in futuro. Serve un fortissimo impegno libico e internazionale - ha aggiunto rivolgendosi a esponenti del governo di riconciliazione nazionale Libico e ai rappresentanti delle più importanti imprese italiane - per favorire un clima sicuro alle nostre imprese. La spinta deve essere libica per spegnere idee irrealistiche di soluzioni militari per assicurare il cessa quanto annunciato alla Conferenza di Roma a proposito degli oltre 20 milioni di euro di investimenti italiani a favore della Libia".

"Serve un maggior investimento economico nelle comunità locali più colpite dal modello d'affari dei trafficanti di uomini - ha proseguito Alfano - . Bisogna generare più opportunità di quelle che offrono i traffici illegali. Va offerta una valida risposta economica alle popolazioni che sopportano il peso maggiore dell'ospitalità a rifugiati e migranti. La sconfitta di Daesh a Sirte - ha aggiunto - grazie all'azione delle forze fedeli al Consiglio Presidenziale è la conferma che quando si intraprende un processo inclusivo si è più forti nell'affrontare le sfide". 

"In Libia c'è richiesta di Italia e di imprese italiane. E sono numerosissime le imprese italiane che vogliono tornare al più presto e investire nel Paese - ha precisato ancora Alfano - . La Dichiarazione di Agrigento firmata ieri è una cartina di tornasole per giudicare la nostra risolutezza nel ricostruire un partenariato economico più solido e moderno. Il mio auspicio è che si realizzino prestissimo le condizioni per un impegno di Cassa Depositi e Prestiti, attraverso Sace e Simest, per accompagnare il rientro delle imprese italiane desiderose di lavorare e investire in Libia", ha aggiunto il ministro.


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