Trinacria selvaggia

Punta Bianca e Montagna Grande, una costa da difendere

Il sito, malgrado la vicinanza agli agglomerati urbani, conserva un grande fascino

Punta bianca

Punta bianca, malgrado la sua vicinanza agli agglomerati di S.Leone, Zingarello e Cannatello, conserva un  fascino e un’importanza di un certo spessore che si basano sul paesaggio e sulla diversità genetica. L’area in oggetto è contigua con l’integra costa di Monte Grande che culmina nell’immacolata cala del castello chiaramontano a picco sul mare.
Dal punto di vista storico e archeologico la vasta area risulta essere stata sede di insediamenti umani nell’età del bronzo e di un centro di raffinazione e raccolta dello zolfo.
Se  pescatori e cacciatori di frodo e i proprietari di 4x4 e moto venissero fermati per sempre la  natura della costa Monte Grande-Punta bianca risorgerebbe come la fenice dalle proprie ceneri.
Il mesolitorale (la zona del litorale emersa in condizioni di bassa marea e sommersa con l'alta marea) di Punta Bianca è ricchissimo di vita :molluschi, crostacei, e chinodermi e pesci colonizzano le pozze di marea.
Paguri con conchiglie a seguito, trasparenti gamberi, granchi corridori,granchi favolli dalle robuste e minacciose chele, tutti cercano febbrilmente il loro cibo fra gli scogli mentre sinuose e serpentine ofiure si muovono sul fondo e ricci brucano alghe.Il polpo tende i suoi agguati all’ingresso della tana mentre piccole spigole insidiano cefaletti ;bavose e ghiozzi curiosi attendono immobili le prede e le attinie danzano ritmicamente spinte dal flusso e riflusso delle acque .Di grande bellezza sono le caratteristiche alghe coralline dal tallo impregnato di calcare dalle stupende colorazioni rosa e viola e dalle forme che ricordano petali pietrificati,tali formazioni sono visibili all’interno di nicchie e anfratti poco illuminati.
Il mesolitorale è periodicamente visitato da cormorani, aironi, martin pescatori e garzette che predano i pesci intrappolati all’interno delle pozze di marea,capita di veder volteggiare anche il falco pescatore.
Il gheppio, la poiana, l’assiolo e la civetta sono rapaci che cercano le loro prede sorvolando falesie, radure e promontori. Volpi, conigli selvatici ed istrici condividono l’ambiente di gariga e le accidentate contrade costiere.
Attualmente questo stupendo scampolo di natura è in stato d’abbandono e nella disponibilità di balordi e teppisti che imbracciano fucili, gettano reti e depredano ricci. L’unico ambientalista che si è speso e si spende per la tutela dell’area è Claudio lombardo, credo che debba essere affiancato dalle istituzioni in questa meritoria opera di salvaguardia e recupero di un bene comune.