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Strisce per stalli di sosta in via Duomo: se i social "vedono" più di chi amministra

E' possibile che solo dopo la polemica ci si sia accorti dell'errore? Nessuno aveva capito che no, non si poteva verniciare una pavimentazione di pregio davanti alla Cattedrale?

L'area di sosta

Chissà se per la segnaletica orizzontale esiste anche la vernice cancellabile. No, non come quella delle strisce pedonali del centro città che pochi giorni dopo la loro realizzazione hanno iniziato a "perdere pezzi", ma una versione che si può rimuovere con una grande gomma in caso di errore, anzi, di uno sbaglio "nell'identificazione planimetrica progettuale".

Alla fine, infatti, gli stalli di sosta ricavati in piazza don Minzoni dal Comune di Agrigento con lucidissime strisce di vernice posate sulla pavimentazione di pregio, dopo poche ore di polemica saranno mestamente rimosse, in un clima da "omnia vincit amor". Certo, magari citare Virgilio è un po' troppo per una storia come questa, ma se si considera che la formula più usata è quella di una "Vicenda Pirandelliana", probabilmente non è un eccesso.

Certo fa impressione vedere in una foto, tutti insieme, i rappresentanti degli enti coinvolti in questa storia che si concluderà con una "semplice" cancellazione dell'errore. Sorrisi e pacche ed è tutto ok, con il Comune che appunto garantisce che si provvederà quindi alla "riconfigurazione dell'area cancellando la segnaletica orizzontale". Tutto risolto, insomma. E che ci voleva? Bastava dirlo che c'era un errore e da lunedì scatterà la "gomma magica". 

Poi si dovrà capire concretamente chi ha commesso una svita così rilevante, e perché il tema sia sorto solo dopo il bailamme su social e giornali e tutto si sia chiarito durante un incontro avvenuto nel pomeriggio di oggi, mentre infuocava la polemica. Davvero serve lo "svergognamento" social a spingere chi amministra ad accorgersi di quanto avviene in città? E' pensabile che nessuno si sia accorto della gigantesca "sciocchezza" che si stava portando avanti tracciando quelle linee?

Certo è che il Comune era stato abbondantemente avvisato: era il 28 giugno quando l'Arcidiocesi diffidò l'ente a proseguire con le operazioni di posa della segnaletica orizzontale in un'area che, si evidenziava, apparteneva al sagrato della Chiesa madre. Su questo tema l'incontro cordialissimo e "selfiezzato" non dice nulla, limitandosi a ribadire in un passaggio che rimane accertata "la necessità di regolamentazione dei parcheggi della piazza , assolutamente necessaria per la tutela e la sicurezza della popolazione".

Che questa sia l'occasione per parlare, finalmente dopo anni, concretamente della viabilità in quella parte della città? Di idee progettuali si vocifera da tempo e tutte le ipotesi convergono su una cosa, cioè che quella zona andrebbe trasformata in una Ztl anche per ridurre i rischi dovuti all'eventuale necessità di una fuga rapida della popolazione o al passaggio dei mezzi di soccorso. 

Ogni volta però questo percorso si infrange contro un muro invisibile che, a dire il vero, appare ogni tanto nelle vicende cittadine. Come in "The Dome" di Stephen King, chiude Agrigento su se stessa, ne mette in spasmodico risalto vizi e difficoltà e impedisce, spesso, persino di scappare. Perché, certo, da questa provincia si può andar via (e in tanti lo fanno purtroppo) da un punto di vista fisico.

Ma all'agrigentinità, striscia più striscia meno, non si può sfuggire. 


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