Colonne d'Ercole

E se i Grillini conquistassero la Provincia?

Speciale "Colonna d'Ercole" in occasione delle elezioni che si sono appena concluse. Una riflessione all'indomani delle consultazioni politiche su cambiamenti ad Agrigento e in tutta la provincia

Beppe Grillo ad Agrigento per elezioni regionali

Sembrano tutti caduti dalla Luna. Il neo deputato Gallo che parla di “premio all’impegno sul territorio” (ma io non me ne sono accorto e non ho contato le preferenze che ha preso: comunque sia congratulazioni), Santino Lo Presti, che da buon dinosauro annuncia una sua candidatura alla presidenza della Provincia, ed  Eugenio D’Orsi che sogna – un po’ come per l’aeroporto – una conferma al terzo piano del Palazzo di Piazza Moro. 

Non hanno capito nulla. Il M5S ad Agrigento, provincia e città, non è il primo partito perché a metà “giurgintani” piace il comico genovese. Il Beppe Nazionale ha la quasi metà dei voti perché gli agrigentini hanno condiviso i suoi slogans a cominciare dal “Andate tutti a casa” (più ancora del “Vi restituirò l’Imu…). Ma loro – i caduti dalla Luna, i dinosauri e i sognatori – non hanno capito (o forse guardano alla data con terrore) che alla Provincia si vota tra tre mesi. 

Avete visto i voti del Movimento 5 Stelle ad Agrigento e provincia? Hanno i numeri per conquistare il vertice dell’Ente. Sarebbe – questa sì - una rivoluzione (anche in ragione della storica irrilevanza agrigentina del Pd: sono stati in Giunta ma non ce ne siamo accorti). Sceglierebbero un candidato che forse manco abbiamo mai sentito nominare, designandolo via web. E porterebbero un numero di consiglieri (sì sì, senza esperienza: ma chi se ne frega?) nell’Aula Giglia. E questi arrivati in piazza Aldo Moro rivolterebbero come un guanto la Provincia. 

Non so come, perché una cosa è dire “Andate tutti a casa”, una cosa è governare (come dimostra il sindaco di Parma). Ma i caduti dalla Luna, i sognatori e i dinosauri, non hanno capito che c’è una intera generazione (diciamo gli under 40) che dopo anni senza riferimenti hanno capito che la sponda per “mandarli a casa” c’è. Se vanno a casa non se ne accorgerà nessuno. Ma tanti, davvero tanti, dovranno cercarsi un lavoro.